A poco più di un mese dal lockdown da parte del governo italiano, per contrastare il diffondersi dell’epidemia Coronavirus, ci ritroviamo chiusi in una quarantena forzata che ci obbliga a cambiare le nostre quotidiane abitudini.
Se in un primo momento organizzare lo smartworking e la didattica a distanza hanno impegnato non pochi di noi, l’attività che più di tutte si è evoluta in questo periodo è proprio l’acquisto online. I primi prodotti a subire un’impennata negli acquisti sono stati i prodotti alimentari a lunga conservazione ed i beni di prevenzione e salute, seguendo la volontà di molte famiglie di approvvigionarsi per un lungo periodo di quarantena.
In seguito all’iniziativa #iorestoacasa diffusasi su tutti i principali media, vediamo l’evolversi anche l’offerta da parte di imprese locali del settore alimentare, che iniziano ad offrire prodotti a km0 e homemade come riporta una ricerca condotta da Nielsen. In questo frangente anche piccoli negozi alimentari che non hanno un e-commerce, si organizzano con i social networks per servire i propri clienti, colmando anche quel piccolo divario di pochi metri con una transazione digitale.
Insomma nonostante le restrizioni, l’e-commerce ha trovato il suo maggior periodo di fermento proprio in questa difficile situazione. Nonostante alcuni giorni di difficoltà per alcuni siti che non riuscivano a gestire la grande mole di traffico venutasi a generare. Alcuni momenti di panico sono stati vissuti anche dai grandi della distribuzione, letteralmente assaliti dai naviganti, assistendo a veri e propri blocchi simile ad un attacco hacker DoS.
Se nel Nord Italia questo fenomeno si è manifestato già alla fine di febbraio, per il Centro Sud l’aumento delle transazioni online è avvenuto in modo graduale dalla seconda settimana di marzo. In particolare al Sud, e-commerce hub ha portato avanti un interessante indagine di mercato, focalizzando l’attenzione sui negozi online localizzati in Campania.
Campania: una moneta a due facce
Dal sondaggio condotto (che potete leggere qui) è emersa una realtà sul’e-commerce dalla doppia personalità. Per i settori di prima necessità come abbiamo visto nell’indagine Nielsen, ci sono stati dei forti incrementi con picchi del 40%, mentre per gli altri settori hanno ricevuto una battuta d’arresto.
Lo studio permette inoltre di mettere in luce anche i dati sulla logistica dei negozi, evidenziando le difficoltà nell’approvvigionamento delle risorse necessarie a portare avanti l’attività online.
Ma questo non ha fermato gli imprenditori digitali che hanno manifestato la propria volontà a reggere il momento di difficoltà, con campagne di marketing mirate, incentivando gli acquisti offrendo la spedizione gratuite, creando delle offerte speciali. Alcuni in particolare hanno offerto l’assistenza post-vendita come servizio in più agli acquisti. Il 28,2% degli intervistati hanno dichiarati di aver investito ancor di più nella pubblicità.
Cosa aspettarsi in futuro
Attualmente ancora non è chiaro quando potrà tornare una parvenza di normalità e quando si potrà tornare a circolare liberamente, ma credo che per i commercianti online sia un’opportunità di fare un grande passo avanti nella propria attività.
Ormai abbiamo visto tutti che con le transazioni online è possibile avere dei vantaggi non solo in termini economici, ma anche in termini di tempo. Nel momento in cui sarà possibile ritornare a circolare ma potrebbe esserci ancora la minaccia del virus, gli acquirenti vorranno continuare ad acquistare tramite l’e-commerce piuttosto che aspettare in fila per accedere ai negozi fisici. Per gli imprenditori che hanno un negozio fisico e uno online sarà un doppio impegno, in cui il secondo procederà alla pari con il primo, pertanto dovranno funzionare come un metronomo per gestire nel modo migliore entrambi i canali.
D’altro canto per i clienti, costretti a gestire il tempo su più impegni, non vorranno trascorrere le giornate in fila per accedere ai vari negozi, ma comodamente seduti da casa vorranno un servizio come “dal vivo”.